Interview italienne de Dino Attanasio (1999 ?)

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claude
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Interview italienne de Dino Attanasio (1999 ?)

Message par claude » 06 juil. 2006 à 13:17

http://web.tiscali.it/centrodelfumetto/ ... nasio.html

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INTERVISTA A DINO ATTANASIO

          di Bepi Vigna



D. Attanasio con Bepi Vigna 
Da qualche anno, in Italia sembrano essersi dimenticati di lui, eppure Dino Attanasio è senza dubbio uno dei grandi maestri del fumetto europeo, prolifico sia nel campo delle storie realistiche che in quelle umoristiche.

In Belgio gode ancora di una vasta popolarità: viene chiamato spesso come ospite nelle trasmissioni televisive e invitato a mostre e rassegne sul fumetto.

Nato a Milano, l’otto marzo del 1925, dopo aver studiato all’Accademia di belle Arti, ha iniziato a lavorare nel cinema d’animazione, prima in Italia poi in Belgio, dove si è trasferito nel 1947. A partire dagli anni Cinquanta ha legato il suo nome a tantissime serie di fumetti apparse sia su "Tintin" che su "Spirou": Fanfan et Polo, Les belles histoires de l’Oncle Paul, Modeste et Ponpon, Bob Morane. Il grande successo è arrivato nel 1956 con il Signor Spaghetti, che divenne ben presto uno dei personaggi più popolari in Belgio. Le storie di Spaghetti, tradotte in numerosi paesi del mondo, non sono mai apparse in Italia.

Un pomeriggio del 1997, ho incontrato Dino Attanasio al Centre Belge de la Bande Dessinée, a Bruxelles e siamo diventati grandi amici, tanto che nel 1999 ho organizzato una sua mostra a Roma, nell’ambito del Salone Internazionale del Fumetto. Ecco di seguito il resoconto di quella nostra prima chiacchierata.

BV: Si ricorda quando ha iniziato a disegnare?

DA: Presto, molto presto. Da bambino leggevo i fumetti degli anni trenta: Flash Gordon, Mandrake, L'Uomo Mascherato e, anche se ero molto piccolo, conoscevo tutti gli autori italiani dell'epoca: Albertarelli, Molino, Moroni Celsi. Apprezzavo anche molti cartellonisti, come per esempio Bocasile. Ho deciso di fare fumetti perchè ciò mi consentiva di restare bambino. All'inizio era un lavoro che prendevo molto alla leggera, come fanno spesso i giovani, non lo consideravo una cosa seria. 

BV: Negli Anni Trenta e Quaranta lei abitava a Milano.

DA: Sì, c'ero nato, ma come quasi tutti i veri milanesi avevo una madre nata a Cagliari, un padre di Bari e una nonna di Udine. Ho frequentato l'Accademia di Belle Arti e per un certo periodo ho fatto l'artista. Andavo in giro con cavalletti e pennelli e mi dedicavo alla pittura classica. Il mio desiderio era, però, quello di disegnare i fumetti. Un mio amico conosceva Petronio, un disegnatore che sul "Cartoccino" disegnava Bomba e Zimbo e che poi ha lavorato anche per il "Corriere dei Piccoli". Petronio aveva un piccolo studio, a casa sua, dove, in maniera molto artigianale, realizzava dei cartoni animati pubblicitari. Io andai a trovarlo e iniziai a lavorare con lui. Avevo quindici o sedici anni. Più tardi Petronio vene chiamato a dirigere una grossa società di produzione, la I.M.A. Film, che fece poi La Rosa di Bagdad, con Domenghini, Zamperoni, Scudellari. C'erano anche Faustinelli, Carcopino, che era un grande pittore, Damiano Damiani, che poi è diventato regista. Lavoravamo tutti alla I.M.A. Film e io ero uno dei più giovani. Eravamo pieni di entusiasmo e l'uno imparava dall'altro. Volevamo conquistare il mondo, e credo che in un modo o nell’altro tutti abbiamo combinato qualcosa di buono. 

BV: Quali sono stati i primi fumetti che ha realizzato?

DA: Durante gli anni della guerra, quando non arrivavano più le storie americane, c'erano piccoli editori che pubblicavano giornaletti di quattro o otto pagine che si vendevano nelle stazioni e nei chioschi. Roba che costava poche lire, senza prestese artistiche. Io ho iniziato a pubblicare i miei primi fumetti su quegli albi. Mi ricordo un titolo: I figli del Gange, delle edizioni Conte. Ma in genere erano avventure con bambini eroici, storie di propaganda molto diffuse in quegli anni. 

Subito dopo la guerra, invece ho disegnato le storie di Gianni e Pinotto. Lavoravo insieme a mio fratello ed altri amici, come Pedrazza, l'autore di Akim. Intorno al 1945 ho lavorato anche per Tea Bonelli, disegnando alcuni episodi di Furio Mascherato. Io allora facevo ginnastica artistica, infatti poi venni selezionato per le Olimpiadi del 1948. La signora Bonelli mi chiese di ospitare nella mia palestra il figlio Sergio, che all'epoca aveva dodici o tredici anni. Per qualche tempo venne a fare ginnastica da me. 

BV: Quando ha lasciato l'Italia?

DA: Nel dopoguerra, come molti altri giovani, desideravo girare il mondo. Così, nel 1947, sono venuto qui in Belgio, dove ho subito trovato lavoro in una società pubblicitaria di disegni animati. Questa società non aveva un suo studio e io e mio fratello ne creammo uno. Abbiamo realizzato una ventina di cartoni animati. In quel periodo ho anche avuto modo di fare varie conoscenze nell'ambiente editoriale. Allora era tutto più facile, non c'erano molti disegnatori ed il lavoro non mancava.

BV: Degli Anni Cinquanta cosa si ricorda?

DA: Una delle mie prime collaborazioni è stata con "La Libre Belgique", che nella pagina dedicata ai ragazzi pubblicava delle tavole di fumetti. Insieme a me c'era Victor Hubinon: lui faceva Tiger Joe, personaggio realistico, e io facevo Fanfan et Polo, umoristico. Quando i disegnatori sono aumentati, è nato il supplemento "La Libre Junior". In quegli anni ho realizzato anche molte illustrazioni per i libri pocket Marabout e varie storie dell'Oncle Paul, della Dupuis. Oncle Paul era una serie popolarissima che è durata trent'anni e mi ha impegnato a lungo. Dopo ho iniziato a lavorare a Bob Morane. Facevo illustrazioni e copertine per i romanzi di Henri Vernes, che avevano molto successo tra i ragazzi e mi venne in mente di proporre all'editore di farne dei fumetti. Realizzai una tavola di prova e l'idea fu accettata. Le prime storie apparvero su "Femme d'aujourd'hui", un giornale che aveva una tiratura di un milione di copie. Ho disegnato cinque storie di Bob Morane, poi ho abbandonato la serie perchè ho preferito accettare le offerte del settimanale "Tintin". Per "Femme d'aujourd'hui" ho realizzato anche dei racconti illustrati con il testo in didascalia: la storia di Faucette e la Conquista dell'Everest. Quest'ultima è stata poi riutilizzata, da poco, in una trasmissione televisiva.

BV: Lei ha collaborato anche con "Le Petit Belges".

DA: Sì, è vero. E' stato quando ho smesso di fare il cinema pubblicitario. Forse fu un'errore abbandonare i cartoni animati, ma quando si è giovani si ha sempre voglia di cambiare. "Le Petit Belge", che era il giornale cattolico dell'abazia di Averbode, per me è stato un vero trampolino di lancio. Tra l'altro, la rivista ha assunto successivamente proprio il titolo di "Tremplin". Ho fatto varie storie di carattere storico e didattico. In quegli anni io passavo con estrema disinvoltura dal disegno realistico a quello comico-caricaturale, solo dopo mi sono specializzato nelle storie umoristiche.

BV: E veniamo al periodo di "Tintin".

DA: Per "Tintin" ho disegnato le storie del Signor Spaghetti, di Modeste e Pompon, di Jimmy Stone. Spaghetti ha avuto un successo formidabile da queste parti. Ricordo che mi invitavano in tutti i ristoranti italiani. All'inizio il personaggio era una sorta di Charlot, un emigrante che cercava di arrangiarsi in tutti i modi. Poi gli affiancai una spalla, il cugino Prosciutto, e i due divennero una coppia comica, un po' come Oliver e Hardy. Spaghetti è stato tradotto in dieci lingue, ma con mio grande dispiacere non è mai apparso in Italia. Il "Corriere dei Piccoli" voleva pubblicarlo, ma c'era la difficoltà di tradurre il francese italianizzato che parlava il personaggio. Si era pensato di sostituirlo con un dialetto, ma poi non se e ne fece niente.

BV: I testi di Spaghetti li scriveva Renè Goscinny

DA: Sì, lui e Uderzo erano venuti in Belgio per cercare lavoro. A quei tempi Bruxelles offriva agli autori di fumetti maggiori prospettive di Parigi. Goscinny era un tipo straordinario, dotato di una grande sensibilità. Io gli feci vedere le prime tavole del personaggio e gli chiesi di scrivermi le sceneggiature. 

BV: Lei ha lavorato anche con due altri grandi sceneggiatori: Charlier e Delporte.

DA: Con Charlier ho fatto Fanfan et Polo. Allora era giovane e ancora magrissimo. Era un uomo di grande fascino... "charmer", come dicono in Francia. Non si perdeva mai d'animo. Una volta si accorse di aver perso una ventina di tavole di sceneggiatura, ma non se ne preoccupò affatto. Disse solo: "Pazienza, dopo le riscriverò". Charlier ha fatto una grande carriera, ha curato anche dei reportage per la televisione Francese. Delporte era un originale. Di lui posso dire solo questo. Abbiamo lavorato insieme, ma non si è mai stabilito un rapporto. Preferisco non aggiungere altro, perchè magari gli farei un torto.

BV: Negli Anni Sessanta inizia la sua collaborazione col "Corriere dei Piccoli".

DA: Quello è stato un periodo felice, la realizzazione di un sogno che avevo coltivato fin dall'infanzia. Io ero a Milano ed ero passato per caso alla redazione del "Corriere della Sera". Volevo solo salutare degli amici, ma la segretaria mi disse che non era possibile, che dovevo prendere un appuntamento. Allora io me ne andai, un po' dispiaciuto e offeso. Alcuni redattori, però, mi corsero dietro, mortificati, dicendomi che da tempo stavano cercando di contattarmi. Qualche tempo dopo, Carlo Triberti e Giancarlo Francesconi vennero addirittura in Belgio per chiedermi, tra mille cautele, di lavorare per loro. Questo fatto mi riempì d'orgoglio. Per il "Corriere dei Piccoli" ho fatto Ambrogio e Gino (su testi di Triberti), Gianni Flash (scritto da Duval) e Il colonnello Squilla, una serie di cui, trattandosi di storie brevi, ho scritto anche le sceneggiature. Ho il rammarico che queste storie non siano poi state sfruttate al meglio. Ho proposto diverse volte di fare degli albi di una quarantina di pagine, ma a quanto pare non interessavano nessuno. Le storie che mi scrivevano non avevano mai una lunghezza fissa, a volte erano di vent'otto tavole, altre volte di trentadue. Questo fatto ha poi comportato dei problemi quando qualche editore belga si è interessato ai personaggi.

BV: Che tipi erano Triberti e Francesconi?

DA: Triberti sembrava un professore e si considerava già vecchio, anche se non era poi così anziano. Francesconi era un giornalusta estroverso, senza protocollo, molto simpatico e bravo. Ricordo che quando dovevo fare una storia di Ambrogio e Gino ambientata a Milano, mi accompagnò personalmente alla Scala, facendomela scoprire dall'interno, fin nei minimi dettagli. Poi mi procurò un sacco di foto sulle vecchie case milanesi.

BV: Chi ricorda dei suoi colleghi disegnatori del "Corriere dei Piccoli"?

DA: Non molti, perchè io venivo a Milano una volta al mese. Ricordo Cimpellin che faceva un genere di fumetti simili ai miei. Quando ci incontravamo facevamo sempre delle lunghe chiacchierate. Pratt, invece, non l'ho mai incontrato. 

BV: Negli Anni Sessanta lei realizzò un altro personaggio, Johnny Goodbye, creato per il mercato olandese.

DA: L'idea non era mia, ma dello sceneggiatore Martin Lodewijk. In Olanda ne sono usciti una ventina di episodi, undici albi. Dargaud ne ha pubblicato quattro in Francia. Il protagonista era un detective americano, all'epoca del proibizionismo. Credo che abbia ispirato Berk e Cauvin, gli autori di Sammy, un personaggio molto simile che ha raggiunto una maggior popolarità. Per l'Olanda ho fatto anche altre cose: le storie di Bandonéon (un cow-boy argentino) e quelle della squadra di calcio dei Macaronis. Il protagonista di quest'ultima serie era un gangster che voleva far vincere a tutti i costi la squadra di un paesino italiano. Come per il Signor Spaghetti anche in questo caso cercavo di sfatare certi luoghi comuni sugli italiani, svalutando il significato negativo di certi supposti difetti.

BV: Parliamo degli ultimi lavori che ha realizzato: le riduzioni del Decameron e del Satyricon.

DA: Il Decameron è una vecchia idea, nata ai tempi della scuola, che son riuscito finalmente a realizzare. Ho trovato un editore che voleva pubblicare dei classici della letteratura a fumetti e io gli ho proposto il Boccacio. I testi me li ha scritti mio figlio Alexandre. Ho iniziato anche una riduzione del Satyricon di Petronio, ma poi l'editore Lefrancq ha chiuso e così ne ho sospeso la realizzazione. Ma credo che lo finirò lo stesso. 

BV: E' soddisfatto della sua carriera?

DA: Sì, quando provo a fare un bilancio di ciò che ho fatto, sono soddisfatto. E poi ho avuto il piacere di conoscere tanti "grandi", come Hergé, Jacobs, Jijé, Franquin, Goscinny. Ho conosciuto perfino Walt Dinsey!

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Tackleberry
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Message par Tackleberry » 06 juil. 2006 à 13:25

Una traduzzione ? :P

claude
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Message par claude » 06 juil. 2006 à 13:44

Nessuna divulgazione oggi ! :wink:
Cerca altri documenti oggi.

Serge
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Message par Serge » 06 juil. 2006 à 14:03

Poil oggi-gi :evil:

S.S.S.

Message par S.S.S. » 06 juil. 2006 à 14:05

Voici le début! Claude continue!! :lol: :lol:

Depuis quelques annnées, en Italie il semble avoir été oublié. Pourtant Dino Attanasio est sans aucun doute un des grands maîtres de la bande dessinée européenne , prolifique soit dans le champ des histoires réalistes que dans l'humoristique. En Belgique il jouit encore d'une popularité vaste: il est souvent invité dans les emissions televisées ainsi que dans les expositions et revues sur la bande dessinée.
Né à Milan, le huit mars 1925, après avoir étudié à l'académie des Beaux-arts, il a commencé à travailler dans le cinéma d'animation, en premier en Italie puis en Belgique, où il s'est établi en 1947.Dans les années 50 il participe à beaucoup de de bandes dessinées nouvelles, "Tintin" , "Spirou": Fanfan et Pôle, Les belles histoires de l’Oncle Paul, Modeste et Ponpon, Bob Morane.
Le grand succès est arrivé en 1956 avec Monsieur Spaghetti (??), qui devint bientôt un des personnages les plus populaires en Belgique.
Les histoires de Spaghetti, traduites dans de nombreux pays du monde ne sont jamais sorties en Italie.
Un après-midi de 1997, j'ai rencontré Dino Attanasio au Centre Belge de la bande dessinée, à Bruxelles et nous sommes devenus de si grands amis qu'en 1999 j'ai organisé son exposition à Rome, dans le domaine du Salon International de la Bande dessinée. Voilà le compte rendu de notre première conversation:

BV : Vous rappellez-vous quand vous avez commencé à dessiner ?

DE : Tôt, très tôt. Enfant je lisais les bandes dessinées des années trente : Flash Gordon, Mandrake, l'Uomo Masqué et, l'homme masqué (Zorro???) et même si j'étais très petit, je connaissais tous les auteurs italiens de l'époque : Albertarelli, Molino, Moroni Celsi. J'appréciais même beaucoup de ??? comme par exemple Bocasile. J'ai décidé de faire des bandes dessinées parce que cela me permettait de rester enfant.
Au début c'était un travail que je prenais beaucoup à la légère, comme le font souvent les jeunes, et je ne le considérais pas comme une chose sérieuse.

Twin
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Message par Twin » 06 juil. 2006 à 19:57

ET la suita c'est pour quanti signor SSSIII ? :lol:
Break on through to the other side
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La Grande Encyclopédie Bob Morane
La Base Documentaire Bob Morane
http://gillesfr27.weezo.me

S.S.S.

Message par S.S.S. » 06 juil. 2006 à 19:57

Ben j'ai un peu la flemme là.... :?

Twin
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Message par Twin » 06 juil. 2006 à 20:02

Feignassi :lol:
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Tackleberry
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Message par Tackleberry » 06 juil. 2006 à 20:05

Il voulait pas traduire c'qui suit
Il etait un Feignassi
Felicie .... Oggi !
:wink:

SUN
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Message par SUN » 06 juil. 2006 à 20:49

Excellent article !!! Merci Claude.
Voici ce que ça donne via le traducteur Google Italien -> Anglais puis Anglais vers Francais... j'adore :lol:

"ENTREVUE À DINO ATTANASIO de la vigne de Bepi D.
Attanasio avec des années récentes d'excédent de vigne de Bepi, en Italie ils semblent lui sont vous oublie environ il, néanmoins Dino Attanasio est sans aucun doute l'un des grands maîtres de la présentation horizontale sur microfilm européenne et prolifique est dans le domaine de l'histoire réaliste qui dans les ces umoristiche. En Belgique il apprécie toujours un immense popolarità : il vient souvent appelé comme le centre serveur dans les transmissions de télévision et invité aux prolongements et les revues sur la présentation horizontale sur microfilm. Été né à Milan, huit mars de 1925, avoir étudié ensuite à l'académie des arts fins, il a commencé à fonctionner dans le cinéma d'animation, avant en Italie puis en Belgique, où il a été déplacé en 1947. Commencer des années cinquante son nom au tantissime est apparu série de présentations horizontales sur microfilm a le legs est sur « Tintin » celui sur « Spirou » : Fanfan ET Polonais, histoires De de belles de Les l'Oncle Paul, modeste ET Ponpon, Bob Morane. Le grand se produisant est arrivé en 1956 avec M. Spaghetti, que le divenne très bientôt un des personnalités plus populaires en Belgique. L'histoire de la gaine, traduisent dans de nombreux pays du monde, ne sont jamais apparues en Italie. Un après-midi de 1997, j'ai rencontré Dino Attanasio au centre Belge De les bandes de Dessinée, à Bruxelles et nous sommes devient à toi de grands amis, beaucoup qu'en 1999 j'ai organisé un sa prolongation à Rome, dans en dedans du Hall international de la présentation horizontale sur microfilm. Ici de la suite le rapport de celui-là notre première causerie. BV : On se rappelle le quand il a commencé à concevoir ? ILS DONNENT : Bientôt, beaucoup bientôt. De l'enfant j'ai lu les présentations horizontales sur microfilm des années trente : Gordon instantané, Mandrake, l'homme masqué et, même si j'étais beaucoup petit, moi ont connu tous auteurs italiens de l'âge : Albertarelli, Molino, Moroni Celsi. J'ai apprécié également beaucoup de le cartellonisti, comme comme exemple Bocasile. J'ai décidé de faire les présentations horizontales sur microfilm parce que cela a concouru j'à rester enfant. Au beginnig c'était un travail que je lui ai pris très la lumière, comme elles font souvent les jeunes, je n'ai pas considéré un sérieux ce qui. BV : En années trente et quarante il a vécu à Milan. ELLES DONNENT : Oui, il y avait de l'OTAN, mais comme presque tout vrai de Milan ceux j'ai eu une mère étée née à Cagliari, à un père de baryum et à une grand-mère d'Udine. J'ai servi l'académie des arts fins et pendant une période sûre j'ai fait l'artiste. Je suis allé à leur tour de pair avec des appuis et les pinceaux et moi nous sommes consacrés à la peinture classique. Mon désir était, mais, celui-là de concevoir les présentations horizontales sur microfilm. Un mon ami a connu Petronio, un concepteur que sur le « Cartoccino » a conçu Bomba et Zimbo et cela alors qu'il a travaillé également pour le « courier du petit ». Petronio a eu une petite étude, pour loger le son, où, dans la manière beaucoup de travail manuel un, réalisé de la publicité animée de cartons. Je suis allé le trouver et ai commencé à travailler avec He. J'ai eu quinze ou seize ans. Les veines postérieures de Petronio ont appelé pour diriger une grande société de production, le film d'I.M.A., qu'elle a fait Rose de Bagdad alors, avec Domenghini, à Zamperoni, Scudellari. Il y avait également de Faustinelli, Carcopino, qu'il était un grand peintre, Damiano Damiani, qu'alors elle a le directeur devenu. Nous avons travaillé tous au film d'I.M.A. et j'étais l'un de jeunes. Nous étions pleins de l'enthousiasme et d'un appris de l'autre. Nous avons voulu conquérir le monde, et la foi que d'une manière ou les autres tous nous ont arrangé quelque chose du lien. BV : Quelles ont été les premières présentations horizontales sur microfilm qui ont réalisé ? ELLES DONNENT : Pendant les années de la guerre, quand l'histoire n'est pas arrivée plus d'Américains, il y avait du petit editori qu'elles ont édité le giornaletti de quatre ou huit pages qui ont été vendues dans les stations et les kiosques. Roba qui a coûté de petites Lires, sans prespread artistique. J'ai commencé à éditer le mien les premières présentations horizontales sur microfilm sur ceux aube. Je mémoire un titre il : Les fils du Gange, les éditions de Conte. Mais généralement elles étaient les aventures avec les enfants héroïques, histoire diffuse de la propagande beaucoup en ces années. Supporté après la guerre, au lieu de cela j'ai conçu l'histoire de Gianni et de Pinotto. J'ai travaillé avec à mon frère et d'autres amis, comme Pedrazza, l'auteur d'Akim. Autour de à 1945 j'ai travaillé également pour le thé Bonelli, après avoir conçu quelques épisodes de Furio masqué. J'ai alors rendu le ginnastica artistique, en fait alors je suis venu choisi pour les jeux olympiques de 1948. Mme Bonelli je des églises pour adapter dans mon arène au fils Sergio, qu'à l'âge a eu douze ou treize ans. Pendant un certain temps elle est venue pour faire le ginnastica à partir de moi. BV : Quand a-t-il l'Italie gauche ? ILS DONNENT : Dans la période d'après-guerre, comme beaucoup d'autres jeunes, j'ai souhaité tourner le monde. Par conséquent, en 1947, ils sont venus ici en Belgique, où j'ai supporté le travail trouvé dans une société de publicité des conceptions animées. Cette société n'a pas eu une son étude et I et mon frère de lui nous avons créé un. Nous avons réalisé vingt environ cartons animés. Dans cette période également j'ai eu la manière de faire plusieurs connaissances dans l'atmosphère de édition. Alors il était tout plus facile, il y avait beaucoup de concepteurs et le travail n'a pas manqué. BV : Des années cinquante on se rappelle la chose ? ELLES DONNENT : Un du mien les premiers collaborations a été avec « le Libre Belgique », que dans la page consacrée aux garçons il a édité des tables des présentations horizontales sur microfilm. Avec à moi il y avait de Victor Hubinon : il a fait le tigre Joe, personnalité réaliste, et j'ai fait Fanfan ET Polonais, umoristico. Quand les concepteurs sont augmentation à toi, le junior de Libre naît le supplément « ». En ces années j'ai réalisé également beaucoup d'illustrations pour la poche Marabout de livres et plusieurs histoire de l'Oncle Paul, du Dupuis. Oncle Paul était la série la plus populaire qui est trent'anni de durée et il s'est engagé à moi au-dessus d'une envergure à long terme. Après que j'aie commencé à travailler à Bob Morane. J'ai fait des illustrations et en ai couvert pour des romans de Henri Vernes, cela elles ont eu se produire beaucoup entre les garçons et sont venues à moi à l'esprit pour proposer l'éditeur pour en faire des présentations horizontales sur microfilm. J'ai réalisé qu'une table d'essai et l'idée ont été acceptées. La première histoire vous êtes apparus sur « Femme d'aujourd'hui », un journal qui a eu une traction d'million de copies. J'ai conçu l'histoire cinq de Bob Morane, puis j'ai abandonné la série parce que j'ai préféré accepter offert du magasin hebdomadaire « Tintin ». Pour « Femme d'aujourd'hui » que j'ai réalisé également des storys illustre à toi avec le texte dans le didascalia : l'histoire de Faucette et la conquête de l'Everest. A été alors rouge-emploient, de peu, dans une transmission de télévision. BV : Il a collaboré également avec « le Petit Belges ». ILS DONNENT : Oui, c'est vrai. E soit quand j'ai cessé de faire la publicité de cinéma. Peut-être c'était une erreur pour abandonner les cartons animés, mais quand il est jeune il a veut toujours changer. « Le Petit Belge », cela c'était le journal catholique de l'abazia d'Averbode, parce que j'a été un tremplin vrai du lancement. Entre autres, la revue a assumé juste le titre il de « Tremplin plus tard ». J'ai fait à plusieurs l'histoire du caractère historique et didactique. En ces années j'ai passé avec le disinvoltura extrême de la conception réaliste à ce comédien-caricaturale, en solo après que je sois spécialisé à moi dans l'histoire d'umoristiche. BV : Et nous venons à la période de « Tintin ». ILS DONNENT : Pour « Tintin » j'ai conçu l'histoire de M. Spaghetti, de Modeste et de pompon, pierre de Jimmy. La gaine a eu se produire formidable de ces feuilles. Mémoire qui a invité à moi dans tous restaurants italiens. Au beginnig la personnalité était montée de Charlot, émigrant qu'il a essayé de contrôler de toute façon. Alors j'ai placé côte à côte une épaule à elle, aux cousins de Prosciutto, et au divennero deux un croisillon comique, peu comme Oliver et robuste. La gaine a été traduisent dans dix langues, mais avec mon grand mécontentement elle n'est jamais apparue en Italie. Le « courier du petit » a voulu l'éditer, mais il y avait la difficulté traduisent le français d'italianizzato qui a parlé la personnalité. On l'avait été censé pour le remplacer avec un dialetto, mais puis pas si et de lui il ne faisait rien. BV : Les témoins de la gaine ils ont écrit le rein de Goscinny qu'ILS DONNENT : Oui, lui et Uderzo étaient venus en Belgique afin d'essayer le travail. À ces temps de Bruxelles il a offert aux auteurs de perspective de plus grandes présentations horizontales sur microfilm de Paris. Goscinny était un type extraordinaire, équipé d'une grande sensibilité. J'ai fait pour voir les premières tables de la personnalité et des églises il pour m'écrire les scénarios. BV : Cela a fonctionné également avec deux autres grands scripteriters : Charlier et Delporte. ILS DONNENT : Avec Charlier j'ai fait Fanfan ET Polonais. Alors il était jeune et encore le plus maigre. Il était un homme de grande fascination… « charmeur », comme ils disent en France. On n'est jamais perdu de l'esprit. Une fois qu'un noté pour avoir vingt perdus environ tables de scénario, mais lui n'en était pas préoccupé du tout. Il ledit seul : La « patience, après que je récrive à lui ». Charlier a fait une grande carrière, a traité également du reportage pour la télévision française. Delporte était les lance. He je peut seulement dire ceci. Nous avons travaillé avec, mais jamais un rapport n'a été fixé. Je préfère ne pas ajouter autre, parce que je ferais même le tordre. BV : En années soixante il commence sa collaboration par le « courier du petit ». ELLES DONNENT : Celui-là a été une période heureuse, la réalisation d'un rêve que j'avais cultivé depuis l'enfance. J'étais à Milan et ai été passé pour le cas à l'écriture du « courier de la soirée ». J'ai voulu saluer seulement des amis, mais le secrétaire a dit à moi qu'il n'était pas possible, que j'ai dû prendre un rendez-vous. Alors je suis allé moi-même certains, peu de dispiaciuto et offeso. Quelques rédacteurs, mais, ont fonctionné à moi derrière, mortifié, dire à moi que pendant longtemps ils essayaient d'entrer en contact à moi. Une certaine heure après, Karl Triberti et Giancarlo Francesconi sont venus tout à fait en Belgique afin de me demander, entre mille attentions, pour travailler pour eux. Ce fait m'a rempli de la fierté. Pour le « courier du petit » j'ai fait Ambrogio et colonel de Gino (sur des témoins de Triberti), d'instantané de Gianni (écrit de Duval) et de Squilla, une série dont, être une question elle-même de l'histoire courte, j'ai écrit également les scénarios. J'ai la douleur que ces l'histoire puis n'ont pas été tirées profit au mieux. J'ai proposé de diverses périodes de faire de l'aube d'un groupe de quarante de pages, mais à combien il semble n'a intéressé personne. L'histoire qui m'a écrit n'a jamais eu un de longueur constante, étaient parfois des tables de vent'otto, d'autres fois de trentadue. Ce fait a alors impliqué des problèmes quand un certain éditeur belge a été intéressé les personnalités. BV : Quels types étaient Triberti et Francesconi ? ILS DONNENT : Triberti a semblé un professeur d'université et on l'a considéré déjà vieux, même si il n'était pas puis donc vieux. Francesconi était un estroverso de giornalusta, sans protocole, beaucoup agréable et bravo. La mémoire qui quand j'ai dû faire une histoire d'Ambrogio et de Gino acclimaté Milan, personnellement accompagnée m'à la balance, m'incitant pour la découvrir de l'intérieur, extrémité dans les minimum détaille. Puis je procurò qu'un sac de photo sur le vieux de Milan loge. BV : Qui se rappelle du son relie des concepteurs du « courier du petit » ? ILS DONNENT : Pas beaucoup, parce que je suis venu une fois par mois à Milan. Mémoire de Cimpellin qui a rendu une sorte des présentations horizontales sur microfilm semblable au mien. Quand nous nous sommes rencontrés nous avons toujours fait des longues causeries. Pratt, au lieu de cela, je ne l'ai jamais rencontré. BV : En années soixante il a réalisé une autre personnalité, Johnny au revoir, créée pour le marché hollandais. ELLES DONNENT : L'idée n'était pas à moi, mais du scripteriter Martin Lodewijk. En Hollande de eux sont des évasions vingt environ épisodes, l'aube onze. Dargaud a édité quatre en France. Le protagoniste était Américain révélateur, à l'âge du proibizionismo. Foi qui a inspiré Berk et Cauvin, les auteurs de Sammy, une personnalité beaucoup la semblable qui a rattrapé un plus grand popolarità. Pour la Hollande j'ai fait également d'autres choses : l'histoire de Bandonéon (Argentin de cowboy) et de ceux de l'équipe du football des macaronis. Le protagoniste de cette dernière série était un bandit qu'elle a voulu inciter à tout prix pour gagner la place d'un petit village italien. Quant à M. Spaghetti également dans ce cas-ci j'ai essayé aux endroits communs sûrs de sfatare sur les Italiens, dévaluant le négatif signifié des défauts supposés sûrs. BV : Nous parlons au sujet des derniers travaux qui ont réalisé : les réductions du Decameron et du Satyricon. ILS DONNENT : Le Decameron est une vieille idée, été né aux temps de l'école, que le fils réussi finalement de réaliser. J'ai trouvé un éditeur qu'il a voulu éditer des classiques de la littérature aux présentations horizontales sur microfilm et je l'ai proposée le Boccacio. Les témoins j'elles ont écrit mon fils Alexandre. J'ai commencé également une réduction de Satyricon di Petronio, mais alors l'éditeur Lefrancq s'est fermé et donc de elle j'ai suspendu la réalisation. Mais foi qu'elle je finira le même. BV : Carriera de sua de della de soddisfatto d'E ? DA : Sì, provo de quando un fatto de ho de che d'un bilancio di ciò de prix, soddisfatto de sono. Le tanti « grandi » d'il piacere di conoscere d'avuto de ho de poi d'E, viennent Hergé, Jacobs, Jijé, Franquin, Goscinny. Perfino Walt Dinsey de conosciuto de Ho !"

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Message par Tackleberry » 06 juil. 2006 à 20:53

C'est le texte de la prochaine nouvelle ? :shock: :twisted: ok :arrow:

Twin
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Message par Twin » 06 juil. 2006 à 21:00

Pour une double translation avec 3 langues faut pas se plaindre :o
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Message par Tackleberry » 06 juil. 2006 à 21:01

Je ne me plains pas, je me marre un peu. 8)

Twin
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Message par Twin » 06 juil. 2006 à 21:04

Ma reflexion n'était pas pour toi Tack mais dans un sens général concernant une double translation sur 3 langues. Je trouvais que ça restait correct comme résultat
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Message par Tackleberry » 06 juil. 2006 à 21:09

Oups desole.
Sinon je suis d'accord, c'est une performance. Merci à SUN pour la traduc.

Serge
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Message par Serge » 06 juil. 2006 à 21:33

Ca me rappèle mes traductions de textes lors de mes contrôles d'anglais...jadis !:D

S.S.S.

Message par S.S.S. » 06 juil. 2006 à 21:46

Ben j'avais raison d'être faignant! :?

Cela dit, je préfère ma traduction.... :shock:

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Message par Twin » 07 juil. 2006 à 6:37

Ben une traduction sur ordinateur donne souvent des résultats bizarre, parfois comiques, et toujours aproximatif.
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